L'ultima erede di Shakespeare by Elvira Siringo

L'ultima erede di Shakespeare by Elvira Siringo

autore:Elvira Siringo [Siringo, Elvira]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2020-09-21T22:00:00+00:00


L’OMBRA DEL DRAGO

«Superstizioso ma rassegnato ad assumersi tutte le eventuali maledizioni del caso, Giacomo rifiutò l’ennesimo intruglio stomachevole preparato dal mago di corte. Non ne poteva più, era inchiodato al letto da giorni, si incantava a fissare la nevicata dalla finestra della sua camera. Tutto quel bianco fioccare sul palazzo di Falkland, su cortili, giardini e boschi, gli pareva un bell’auspicio che rivestisse di purezza l’intera Scozia.» John sta raccontando la vita di Mary Stuart dal principio, perché Michelagnolo abbia un’idea completa della nemica. «Il re di Scozia sentiva mancare le forze, sapeva che non sarebbe guarito. Aveva resistito a oltranza fino al parto, desiderava tanto un maschio. Quando gli avevano mostrato la neonata aveva sospirato: “Adieu! Addio, tutto è iniziato con una fanciulla, con una fanciulla passerà”. Iniziata tre secoli prima con la sfortunata principessina Marjorie, la dinastia degli Stuart si sarebbe estinta per mancanza di eredi maschi. Si era arreso all’evidenza del tramonto, era entrato in stato letargico e sei giorni dopo aveva reso l’anima al suo Dio.»

Michelagnolo ha un brivido. Spesso si chiede che senso abbia tutto quel traffico di vivere salvando a ogni costo una linea di continuità. «Troppu trafficu ppi nenti» diceva sua madre quando si arrabbiava. Era cattolica osservante ma non avrebbe saputo dire se unisse un’intima adesione all’ostentazione.

«Mi stai ascoltando?» L’altro lo scuote.

«La cattolica Scozia non fu tenera con la piccola.»

«Già. La piccola Mary accolse ignara la sfilata di volti arcigni affacciati alla culla per sfiorarle il viso, con smorfie e versi. Il portatore di scettro la introdusse come un trofeo nella cappella reale del castello di Stirling. Non si intimidì al peso della corona che le posarono in capo a soli nove mesi. Il cardinale la unse e le solleticò la guancia con la punta della spada di stato. I nobili si inginocchiarono, proclamarono un giuramento di fedeltà già tradito in cuore.»

«Vigliacchi! Ha ragione fra’ Giordano, la parola di certi nobili non vale nulla.»

«La giovane madre vedova fronteggiò le minacce, per cinque anni fu in balìa del parlamento finché stremata chiese aiuto ai parenti di Francia. Al principio dell’estate re Enrico inviò in Scozia le tre migliori navi della flotta reale per prendere sotto tutela la bambina. “Vedrai, vedrai che posto magnifico è Parigi! Il sole splende tutti i giorni!” La madre decantava lo sfarzo, l’eleganza della corte, le bellezze naturali e la mitezza del clima. Spalancando gli occhi di meraviglia, la piccola si era imbarcata senza capricci, felice di lasciare l’uggiosa campagna scozzese. In mezzo a quella guazza perenne era raro poter giocare e saltare come avrebbe voluto. Prima che la nave salpasse organizzava già nuovi giochi, pregustava corse e fantastiche passeggiate attorniata dalla cerchia adorante delle quattro Marie, coetanee della migliore nobiltà scozzese, onorate di portare lo stesso nome della sovrana e lusingate di condividere l’avventura del lungo viaggio.»

«Mary Stuart dunque è cresciuta in Francia?»

«Nonna Antonia predispose per lei un’accurata educazione, francese, latino, greco, spagnolo, italiano e naturalmente scozzese. Amava passeggiare a cavallo nei boschi e faceva anche cose da donna come ricamare e suonare.



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